Bitcoin Detox 4: Bitcoin impatto ambientale e sostenibilità

 

Bitcoin Detox 4: Bitcoin impatto ambientale e sostenibilità
Conduttori: Giulio Delta
Ospite: Emanuele Magrini
Martedì 16 agosto 2022 ore 18:00

Facciamo chiarezza sull’impatto ambientale di Bitcoin e sulla sua sostenibilità insieme a Emanuele Magrini autore della newsletter Bitcoin Face. In questa puntata andremo a analizzare tutte le accuse contro il mining di bitcoin se sono vere e qual è lo stato dell’arte dell’impatto ambientale di Bitcoin e il suo futuro.
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[00:00:31.170] – Gabriele

Ciao a tutti e bentornati ad un nuovo episodio di Bitcoin Detox, una serie di eventi live in cui si parla di Bitcoin, blockchain e criptovalute, nella sezione di Bitcoin Pills e Crypto Pills. In generale parleremo di Bitcoin nel Bitcoin Pills appunto, e a volte, quando lo riteniamo interessante dal punto di vista tecnologico, di privacy o anche di altro, di altre criptovalute e di altre crypto nelle Crypto Pills, appunto. Non siamo qui per shillare l’ultima criptovaluta stile terra che farà la prossima rugpull, ma per fare formazione e informazione principalmente sul mondo di Bitcoin, della blockchain e delle criptovalute. Nel mondo delle criptovalute esistono molti punti di vista diversi. Uno di questi è rappresentato da coloro che si chiamano Bitcoin Maximalist e/o Bitcoin Toxic Maximalist. Per costoro, tutto ciò che non è o non riguarda Bitcoin è uno scam, una truffa, non ha valore e non merita di essere neanche menzionato. Questo di fatto è vero nella stragrande maggioranza dei casi. Pur sposando appieno gli ideali dei Bitcoin Maximalist di Toxic Maximalist che hanno usato questi termini dispregiativi usati da terze persone, indossandole un po’ come una tuta da supereroe, a noi piace anche parlare di altro. Per noi oggi Bitcoin rimane l’unica criptomoneta che ha veramente senso, ma la tecnologia, a nostro parere, non ha un colore preciso e per questo a volte parleremo anche di argomenti diversi. Bitcoin Detox è organizzato da Gambaru Tech. Seguiteci sui nostri social e visitate il nostro sito per scoprire meglio di cosa ci occupiamo. Entrate nella nostra chat di Telegram, così potrete fare tutte quante le domande che non avete potuto fare nella live e conoscere anche tutti gli ospiti che di volta in volta troverete nella nostra chat di telegram che trovate qui in sovraimpressione (t.me/BitcoinDetox). E’ tutto.

 

[00:02:22.800] – Giulio

Grazie Gabriele per l’introduzione, benvenuti a tutti. Oggi abbiamo come argomento all’ordine del giorno l’impatto ambientale di Bitcoin e la sua sostenibilità. Abbiamo come ospite Emanuele Magrini, autore della newsletter Bitcoin Face, e in questa puntata andremo ad analizzare un po’ tutte le accuse contro il mining di Bitcoin, se sono vere e qual’è lo stato dell’arte dell’impatto ambientale di Bitcoin. Quindi, benvenuto Emanuele.

 

[00:02:48.120] – Emanuele

Grazie a voi per l’invito, ciao a tutti.

 

[00:02:51.150] – Giulio

Iniziamo subito con una piccola presentazione. Chi sei? Che cosa fai? Parlaci un po’ di te, della tua newsletter.

 

[00:02:59.760] – Emanuele

Certo, certo, allora io mi chiamo Emanuele e scrivo su Bitcoin da circa tre anni e adesso ho lanciato la mia newsletter Bitcoin Face. Mi riaggancio brevemente al discorso che ha fatto Gabriele sui massimalisti. Io mi ritengo tale, diciamo, però cerco di non essere tossico. Non voglio essere proprio estremista, aggressivo in questo senso, però comunque ritengo Bitcoin l’unica criptovaluta e che comunque ritengo estremamente differente da quello che sono poi le altre criptovalute o token che effettivamente – per me e anche per altre persone, soprattutto per altri massimalisti – assolvono altri problemi, altri bisogni. Mentre Bitcoin è quello che sta creando proprio la valuta di riserva nativa digitale, l’unica e globale che conosciamo. Tutte le altre sono differenti. Anche Ethereum cerca di decentralizzare il web, quindi non è proprio quello che vuole fare Bitcoin. E questo ci sarà utile più avanti. Comunque, Bitcoin Face nasce proprio come newsletter per raccontare Bitcoin e di tutti i suoi aspetti, sia tecnologici che sociali. Perché, soprattutto agli inizi, quando si scopre Bitcoin, non si capisce moltissimo, soprattutto perché alcune cose vengono raccontate in un determinato modo e per capirle bisogna dargli il giusto contesto. Persino gli esperti di prima, ma anche gli esperti di adesso faticano a contestualizzare bene Bitcoin, a descriverlo, a narrarlo perché effettivamente è un qualcosa, è un cambiamento in atto. Quindi c’è sicuramente anche delle incomprensioni, anche sui termini. Quindi cerco io in primis di mettermi in gioco, cercare di analizzare le cose e poi di spiegarle e raccontarle con il mio pubblico e magari anche di interagire. Quindi se qualcuno vuole interagire io sarei contento.

 

[00:05:12.180] – Giulio

A proposito, dove possiamo trovarti? Qui, leggo edizioni 64, quindi da quant’è che curi questa newsletter, e come possono seguirti le persone che ci ascoltano?

 

[00:05:28.530] – Emanuele

Sì, principalmente su LinkedIn, sul mio profilo Emanuele Magrini, oppure possono seguirmi su substack o su camtv che è un social professionale dove pubblico anche gli articoli della newsletter. Oppure possono trovarmi su Twitter, dove condivido i titoli degli articoli, o su YouTube, dove faccio anch’io delle interviste ad altri personaggi che lavorano sul mondo bitcoin direttamente massimalisti. Ma anche io, come voi, cerco di essere più ampio e vedere anche le altre narrative sociali delle altre criptovalute.

 

[00:06:06.060] – Gabriele

Io qua se posso Giulio, visto che tu hai sicuramente delle domande, però volevo fare un piccolo intervento perché visto che ci siamo collegati alla nostra intro, io ci tenevo a sottolineare che in realtà noi non vediamo nessun, almeno io personalmente, non vedo nessun aspetto negativo nel bitcoin maximalist o toxic maximalist, e la vedo come un modo di essere che rispetto e comprendo. Capisco bene anche le motivazioni e molto spesso anche leggendo in giro, si dice su Twitter da altre parti magari i maximalist toxic non sono stati abbastanza tossici, altrimenti più persone si sarebbero salvate dall’investire in robe tipo terra e luna. Se fossero state veramente tossiche..

 

[00:06:56.040] – Emanuele

Effettivamente!

 

[00:06:56.040] – Gabriele

Quindi è un modo di essere che io rispetto ma semplicemente a noi piace anche spaziare, quindi non vogliamo, non è questo il modo di essere che abbiamo scelto noi. Però non è detto che questo sia giusto o sbagliato. No, è semplicemente diverso e quindi, in quanto diverso, fondamentalmente amplifica anche la comunità stessa, perché le diversità ci aiutano a crescere, evolversi, come si sa, anche in biologia, crea evoluzione. E poi l’altra cosa che ti volevo chiedere è che ho visto, perché quando parlavi della newsletter hai fatto vedere la pagina di LinkedIn e quindi mi chiedevo, ma è una newsletter su LinkedIn proprio?

 

[00:07:33.810] – Emanuele

Principalmente si

 

[00:07:38.280] – Gabriele

E perché l’hai fatta su LinkedIn? Ho visto che si può fare, non l’ho mai fatta e  volevo sapere un po ‘quali sono i vantaggi e il motivo per cui l’hai scelto, ero curioso di questo.

 

[00:07:45.150] – Emanuele

Principalmente per il linguaggio del social, cioè io ho scritto anche altri articoli, prima della newsletter e comunque navigavo sui social e seguivo il linguaggio. Nel senso, i contenuti che si mostrano un po ‘come dei piccoli articoli, tutti i post alla fine. Cioè anche il post è un post lungo in cui le persone, quando poi lo leggono, ci pongono attenzione. Io stesso da lettore pongo attenzione, spesso lo vedo anche negli altri contenuti in cui spesso sono un po interattivi, stimolano un commento anche più elaborato, quindi soprattutto per questo tipo di linguaggio, e quello che poi volevo poi creare io: una newsletter che fosse interattiva, che fosse coinvolgente e andasse a spiegare, narrare Bitcoin, spiegare anche gli aspetti più particolari legati appunto alle tematiche sociali.

 

[00:08:45.030] – Giulio

Ultimo excursus su questo, ma c’è abbastanza tossicità su LinkedIn come Twitter?

 

[00:08:53.060] – Emanuele

Non è proprio..dipende, e’ più diplomatico. Ci sono delle persone che condividono solo i loro contenuti di YouTube da altre parti. Oppure sì, ci sono aziende che comunque stabiliscono la loro presenza, c’è Bitcoin Magazine di massimalismo che fa super informazioni, ci sono anche altri esperti o altri appassionati. C’è per esempio Roberto Natale, professionista di tutt’altro settore che si occupa di farmaceutica, però è veramente molto attivo anche nel settore Bitcoin, nel raccontare Bitcoin, spesso anche analisi onchain, spiega nel dettaglio e analizza.

 

[00:09:42.330] – Giulio

Invece su argomenti scottanti un po’ anche all’ordine del giorno. C’è una narrativa del tipo: ‘Bitcoin spreca energia’? 

 

[00:09:57.150] – Emanuele

Sì, diciamo su LinkedIn si, qualche volta ho letto anche su LinkedIn. Principalmente su LinkedIn c’è un attacco generale a Bitcoin e anche l’energia, perché viene considerato uno spreco. Bitcoin viene considerato qualcosa di più, un qualcosa di inutile. Esiste già il sistema finanziario attuale, perché utilizzare Bitcoin? E quindi è per quello che poi viene visto uno spreco di energia. Vedremo più avanti che poi questa energia ha anche un ottimo legame con le fonti rinnovabili, quindi può essere anche d’aiuto alle fonti rinnovabili. Ma principalmente, l’importante, che poi non viene sprecata ma viene utilizzata per mantenere in sicurezza la rete, gestire un network che sta aiutando sempre più persone a svincolarsi dal sistema finanziario tradizionale. Perché comunque molte persone purtroppo secondo me lo subiscono il sistema tradizionale, perché con l’inflazione delle valute o sei Warren Buffett e qualsiasi situazione di mercato puoi giocartela e comprare materie prime e quant’altro, oppure subisci un po quelle che sono le dinamiche tradizionali. Mentre con Bitcoin tu hai la sicurezza che esisteranno solo 21 milioni di monete in circolazione e in quel caso vuoi accumularne. Quindi cominciare a prendere un Bitcoin.

 

[00:11:19.590] – Giulio

Diciamo una delle critiche principali che viene spesso rivolta verso il mining e il proof of work di Bitcoin è che appunto Bitcoin spreca energia, quindi nasce da un concetto che appunto Bitcoin non è utile. Quindi forse non hanno capito.

 

[00:11:34.050] – Emanuele

Sì. Da una parte questo, dall’altro è invece una narrativa che si lega alle nuove tecnologie proof of stake e le vede più ecologiche. Quindi in questo caso sarebbe meglio, ma il proof of work è proprio quello che dà l’essenza di Bitcoin. Ovvero la mia newsletter si chiama Bitcoin Face perché si rifà al concetto di Satoshi Nakamoto, che siamo tutti Satoshi. In Bitcoin tutti siamo uguali e il potere tra virgolette è in mano ai nodi e i miner effettivamente sono semplicemente degli operai che mettono in gioco la loro energia computazionale. Con l’energia elettrica mantengono sicurezza nella rete e ricevono una ricompensa. E questo meccanismo è molto equo rispetto invece alla proof of stake, che può essere più centralizzata, spesso è collegata a delle deleghe e non esiste neanche un sistema univoco per un sistema standard di proof of stake. Esistono varie versioni e non tutte testate, diciamo non sono molto simpatiche anche ai massimalisti, che invece preferiscono proof of work che ritengono molto più equa. Ed è questo il punto principale. Con Bitcoin una cosa interessante che ho notato è che Marco Crotta di Blockchain Caffè ha fatto notare in un suo video che Bitcoin è distribuito oltre a essere più decentralizzato. Una rete comunque decentralizzata.

 

[00:13:21.720] – Gabriele

Guarda, io gli ho risposto a quel tweet. Secondo me era più un link baiting che altro, perché ho capito tutta la digressione sulla storia delle reti che è decentralizzato, teorizzato e all’inizio delle reti significa meno.. Però.. Secondo me alla fine le parole vivono di vita loro e nel contesto di fatto, si usa di più il termine decentralizzato e non si usa il termine distribuito. E alla fine io gliel’ho scritto, era un titolo di link baiting che il resto era noiosissimo, perché poi dieci minuti per spiegare semplicemente che distribuito è meglio che decentralizzato.

 

[00:14:11.850] – Emanuele

E’ noiosissimo per te, ma per me non tantissimo, perché anche se in parte lo sapevo, però è comunque entusiasmante, perché veramente in quel video ha fatto capire la forza del network Bitcoin, della sua distribuzione, il suo essere distribuito e non solo decentralizzato, appunto, come dici tu, ormai entrato nell’uso comune. L’utilizzo di decentralizzato, per dire, non è centralizzato di fatto.

 

[00:14:39.390] – Gabriele

Anche perché c’è poco da dire, secondo me non è tanto importante se dici non è decentralizzato, è distribuito, perché Bitcoin è decentralizzato e distribuito, gli altri no, per cui…

 

[00:14:51.840] – Emanuele

Vero, bravo! Ora se mi permettete, spiego un attimo il distribuito. Se cade un nodo ci sono tutti gli altri. E in questo invece decentralizzato è un po differente. Se cade un nodo decentralizzato cadono tutti quelli che si appoggiavano a quel nodo. Questo è veramente un qualcosa di interessante e un qualcosa di adatto a quello che vuole diventare il Bitcoin, quello che sta diventando Bitcoin. Una rete che gestisce una moneta autonoma, quindi deve essere il più sicuro possibile e anche gestire al meglio tutte le transazioni. E invece un altro discorso è quello che Bitcoin ha questo processo produttivo, potremmo dire del mining che effettivamente dà un valore, cioè il costo dell’energia ha un valore e, come dice Michael Saylor Bitcoin è una commodity perché appunto è stato a volte dichiarato più vicino all’essere una commodity rispetto a una security, tipo un titolo azionario. E quindi, visto che è una commodity, tutte le commodity per essere poi prodotte vengono spese le energie per produrle, per raccoglierle ed anche il bitcoin ha il suo modo per essere prodotto ed essere raccolto e utilizza energia.

[00:16:33.700] – Giulio

Prima Emanuele hai parlato un attimo dei vantaggi della proof of stake rispetto alla proof of work, quindi riassumendo: perché la proof of stake non è all’altezza della proof of work? Cosa ne pensi del passaggio della proof of stake ad Ethereum che adesso è più attuale che mai, riassumendo per chi proprio non mastica di Bitcoin, dice “la proof of work inquina, produce tanta energia, c’è la proof of stake” perchè no?

 

[00:17:04.240] – Emanuele

Forse proprio perché il mining di Bitcoin, la proof of work consuma molta energia, ma non inquina perché effettivamente può diventare, sta diventando sempre di più sostenibile perché sta diventando alimentato sempre di più da fonti rinnovabili. Quindi questo è veramente un punto a favore di Bitcoin, cioè il fatto che viene utilizzato del lavoro vero per essere estratto, mentre dall’altra parte avresti appunto un accentramento dei poteri in chi è più ricco, ha più monete.

 

[00:17:40.860] – Gabriele

Qua Emanuele se posso mi volevo agganciare a questa cosa che hai detto appena te, e cito qua Giacomo Zucco che una volta risponde alla stessa tematica dicendo le stesse cose che detto te, aggiunge però una cosa interessante perché, detto così come affermazione, magari qualcuno potrebbe non essere d’accordo e dire non è vero che il Bitcoin usa fonti rinnovabili, ma è logico perché fondamentalmente i miner è sempre alla ricerca di un’energia più efficiente. Quindi laddove ci sono fonti rinnovabili che magari costano di meno e producono meno scorie, portano anche un vantaggio economico. Perché di fatto ormai c’è anche un vantaggio economico dietro all’utilizzare delle fonti alternative. Loro saranno sempre incentivati a farlo. 

 

[00:18:27.550] – Emanuele

Sì, sì, per forza. E allora mi aggancio un attimo a un collaboratore di Bitcoin Magazine se mi sentite?

 

[00:18:52.680] – Gabriele

Sì, sì, mi sembra di sì. 

 

[00:18:58.290] – Emanuele

In pratica questo collaboratore diceva, nel sistema attuale dell’energia noi effettivamente diamo per scontato che quando accendiamo la luce, l’energia arriva. Però quell’energia per arrivare alla lampadina ci deve essere nel sistema. Quindi il sistema deve appunto averla l’energia per soddisfare una popolazione, un centro abitato o un insieme di centri abitati. In questo caso le fonti combustibili fossili sono molto comode, sono sempre state comodissime perché per soddisfare un centro abitato X si bruciava una quantità di carbone Y, perché si sapeva che quel carbone era giusto giusto e via così. Mentre le fonti rinnovabili sono molto più instabili perché dipendono molto dal meteo o dal clima e quindi sia appunto l’idroelettrico o il solare sono molto più instabili. Ci possono essere molte variabili e in questo caso le energie rinnovabili possono avere dei surplus. Quindi quando un impianto è stato costruito – a parte che inizialmente è molto costoso – poi si ripaga nel tempo. L’impianto di energie rinnovabili successivamente può avere un surplus o può produrre molta più energia, che poi non può effettivamente trasportare. Cioè tra gli altri problemi l’energia elettrica è difficile da trasportare perché si disperde. Quindi in quel caso verrebbe sprecata perché magari c’è stato veramente un periodo super soleggiato, la popolazione ha richiesto poca energia e quindi quella energia verrebbe sprecata. Bitcoin invece permette di monetizzare quell’energia, quindi permette anche di ampliare ancora di più, magari quel centro solare, e utilizzare Bitcoin proprio come batteria, come sistema, per poi appunto ampliare e rendere economico l’ampliamento dell’impianto fotovoltaico.

 

[00:21:13.640] – Gabriele

Anche qua se posso aggiungerei che non solo, perché anche lì magari tanti difensori dell’ambiente potrebbero dire “monetizzi, sfrutti l’ambiente eccetera.” Però questo monetizzare, che è il compito del miner, ed è nella logica della teoria dei giochi che sta alla base del funzionamento stesso di Bitcoin e che fa sì che il miner voglia monetizzare, sempre parte di un ingranaggio per cui la finalità è un’altra in realtà. La finalità è avere un servizio di una moneta libera, utilizzabile in tutto il mondo, senza bandiere, senza censure e senza che nessuno debba chiedere il permesso per utilizzarla e potenzialmente che possa servire la stragrande maggioranza delle persone sul pianeta, che sono disagiati e che non hanno accesso a un conto in banca. Quindi di fatto è quella la vera finalità, che è tra l’altro una finalità molto etica e morale, elevata e non soltanto economica, di ritorno economico, quindi, tutto il discorso per cui effettivamente è un impiego che viene fatto con energia per una finalità..

 

[00:22:26.420] – Emanuele

Si, più che nobile perché a difesa dei diritti umani.

 

[00:22:31.800] – Gabriele

Esatto esatto.

 

[00:22:33.090] – Giulio

Il motivo per cui nasce il Bitcoin è senz’altro la libertà finanziaria. Però diciamo ha questi chiamiamoli effetti collaterali però non sempre negativi, perché, come diceva Emanuele, serve un po a stabilizzare la rete elettrica, perché fornisce un incentivo economico ai produttori di elettricità quando altrimenti ne avrebbero una perdita economica. Quindi crea un incentivo economico allo sviluppo dell’industria energetica e a far sì che possa proliferare anche dove, magari lontano da centri abitati, perché l’energia, come diceva anche Emanuele, ha la peculiarità che va usata dove è prodotta, cioè trasportare energia, perde, viene dissipata e quindi non puoi consumare energia elettrica molto distante da dove la produci. E Bitcoin in questo compensa un po’ questa negatività dell’energia elettrica.

 

[00:23:24.660] – Emanuele

Si, Bitcoin rende proprio profittevoli queste aziende che sfruttano le risorse rinnovabili, come per esempio nel Nord Italia, sono state riaperte le centrali idroelettriche da blockchain, perché erano andate in disuso, perché in quelle valli la domanda era troppo poca per permettere la profittabilità di quegli impianti. Ma con il mining quegli impianti hanno potuto riaprire i battenti e una parte la destinano alle zone limitrofe, che quindi possono usufruire dell’energia rinnovabile, mentre magari prima prendevano l’energia da fonti a carbonio, presa da altre parti e l’altra parte poi viene messa nelle mining di Bitcoin. Quanta ne viene prodotta viene messa nel mining di bitcoin. Se poi a un certo punto la popolazione la richiederà tantissima, come è successo in altri paesi del mondo, il mining bitcoin può cessare momentaneamente le sue attività e la centrale elettrica può dare la sua energia alla popolazione. Quindi è proprio una funzione di stabilizzazione e render profittevoli queste tecnologie che sfruttano risorse rinnovabili in tutto il mondo.

 

[00:24:41.350] – Giulio

Anche in un discorso di stabilità, diciamo, sta aprendo anche lì, non solo dal rinnovabile, ma anche dall’estrazione delle fonti fossili. Sta riducendo anche un po’ l’impatto ambientale, ad esempio nell’estrazione di metano.

 

[00:24:57.390] – Emanuele

Sì, perché in quel caso molti processi produttivi, non solo l’estrazione di metano, ma vari processi produttivi, comportano poi del bruciare del metano che per non disperderlo nell’ambiente perché è molto più nocivo per l’ambiente della CO2, il metano viene bruciato, ma in questo caso il bruciarlo solamente non è molto efficiente. Bruciarlo per produrre energia e in quel caso l’energia poi viene messa in Bitcoin, perché magari questi impianti sono di estrazione del petrolio lontano da centri abitati, quella energia viene messa e monetizzata nell’estrazione in Bitcoin, quindi, rende possibile il bruciarlo in modo etico, perché è più pulito. In quel caso, bruciando il metano in quel modo, minando poi Bitcoin rende il processo molto più pulito e inquina di meno l’ambiente rispetto al flaring che viene detto che viene bruciato e basta il gas metano. E in questo caso c’è anche uno studio di Daniel Batter che dice che solo questo utilizzo di mining di Bitcoin a supporto di queste strutture contro il flaring e invece sfruttare questo metano e smaltirlo in questo modo differente, più pulito, potrebbe contribuire in buona parte ad evitare un aumento dei gradi delle temperature mondiali e quindi fermare il cambiamento climatico, contribuire a fermare il cambiamento climatico.

 

[00:26:38.430] – Giulio

Quindi non da poco, insomma, rende possibile un incentivo economico di reindustrializzare un processo di scarto. Quindi è una nuova frontiera che grazie al Bitcoin sarebbe sicuramente non dico impossibile, ma quantomeno più improbabile. Ho visto anche un po’ nella tua newsletter hai scritto molti articoli, sei molto appassionato a questo tema.

 

[00:27:10.130] – Gabriele

Leggevo che è anche il tema che ti ha appassionato a Bitcoin, addirittura?

 

[00:27:14.840] – Emanuele

Si, è proprio quello che mi ha fatto dire “Bitcoin è fantastico”. Già mi aveva appassionato, però in questo caso mi appassiona ancora di più.

 

[00:27:29.230] – Gabriele

Uno degli articoli che mi è rimasto impresso è quello su sbloccare l’energia degli oceani.

 

[00:27:36.840] – Emanuele

Ok, sì, anche in questo caso ci ricolleghiamo proprio sulla profittabilità, cioè il fatto che Bitcoin rende profittevoli questi investimenti, perché alla fine sono dei veri e propri investimenti, cioè alla fine, che ne dicono gli ambientalisti, servono i soldi per avviare un impianto del genere. E in questo caso, appunto, per sfruttare l’energia derivante dalle maree e quindi dagli oceani ci vogliono molti soldi e in quel caso poi non si possono ottenere i vantaggi nudi e crudi dell’energia oceanica, perché sarebbe molto instabile, non avrebbe appunto una stabilizzazione. Bitcoin, mettendosi sempre come stabilizzatore e monetizzando i surplus, renderebbe più profittevole aprire un impianto del genere.

 

[00:28:38.090] – Giulio

Quindi potremmo creare una piattaforma tipo L’isola delle Rose.

 

[00:28:42.380] – Emanuele

Si sarebbe anche molto in linea con la filosofia Bitcoin.

 

[00:28:47.690] – Giulio

Un’isola libera dove sarà alimentata al mining di Bitcoin, saranno le prime fondamenta per costruire.

 

[00:28:55.860] – Gabriele

Io preferisco essere decentralizzato anche in questo, così non si sa chi devono bombardare ne dove.

 

[00:29:02.210] – Giulio

Anche perché L’isola delle Rose ha fatto una brutta fine.

 

[00:29:05.960] – Gabriele

Esatto, esatto.

 

[00:29:10.320] – Giulio

Invece in America inizia a starci anche questo movimento un po green, con il mining di Bitcoin, Elon Musk stesso e ha prima accettato Bitcoin, poi lo ha rifiutato dicendo che non era abbastanza green. È nato il Bitcoin Mining Council.

 

[00:29:26.760] – Emanuele

Si. Il Bitcoin Council effettivamente nasce anche con la partecipazione di Elon Musk, ma principalmente con la volontà di Michael Sailor, forte promotore di Bitcoin. Veramente, quando ha scoperto Bitcoin si è appassionato moltissimo anche lui e punta proprio a sostenere pratiche sempre più sostenibili nell’universo Bitcoin, nell’ecosistema Bitcoin, quindi raccoglie anche molti dati sul mining e in particolare sulla sua sostenibilità. L’ultimo dato relativo al primo trimestre di quest’anno vede un mix stimato di tutto l’energia sostenibile utilizzata in Bitcoin al 59%, quindi teoricamente Tesla dovrebbe ricominciare ad accettare pagamenti in Bitcoin, visto che aveva detto “accetterò solo quando il 50% delle attività di mining saranno alimentate da fonti sostenibili, da fonti pulite e ci sarà una tendenza futura al miglioramento.” Effettivamente questa tendenza si sta confermando, sta diventando sempre più sostenibile perché appunto è conveniente per i minatori. E in questo caso mi riaggancio anche ai minatori del Nord America, che sono molte aziende pubbliche. Quindi le aziende pubbliche, anche quotate in Borsa, hanno tutto l’interesse a diventare ancora più green per farsi belli agli occhi degli investitori e attrarre ancora più capitali. Visto appunto le tesi di investimento ESG che guardano molto alla sostenibilità.

 

[00:31:16.850] – Giulio

Non dimentichiamo che però Elon Musk ha venduto al 75% dei bitcoin in perdita non ha fatto proprio.. Con quella sua frase che ha comprato, ha pompato Bitcoin e poi lo ha screditato, anche se un po’ di fake news.

 

[00:31:37.400] – Emanuele

È in questo caso Elon Musk, dicendo alcune cose, per esempio anche supportando Doge Coin, ha fatto intendere di guardare per esempio Bitcoin come una nuda e cruda rete di pagamento, mentre Bitcoin è molto di più. Nel senso è un pagamento, ma Bitcoin non ha mai messo in primo luogo la scalabilità. Adesso è molto scalabile, anche grazie al lighting network, ma.. 

 

[00:32:09.960] – Giulio

Tra l’altro potremmo definire la vera proof of stake lighting network. E’ un po’ un concetto diverso però.. astraendo..

 

[00:32:21.440] – Emanuele

Diciamo, è un po’ più una centralizzazione. Però la sicurezza della Proof of Work rimane. La sicurezza di Bitcoin rimane. E anche la sicurezza di lighting network è più magari una centralizzazione. Centralizzare per alcuni pagamenti, però, diciamo la maggior parte dei nostri fondi, potremmo sempre tenerli onchain su hardware wallet o altri sistemi.

 

[00:32:46.640] – Giulio

Chiaro, importi di piccola taglia per le spese giornaliere, come facciamo con il nostro portafoglio fisico che teniamo in tasca. Bene, io direi di chiudere con un argomento un po un po spinoso. Diciamo che spesso dicono come critica, che le energie rinnovabili..Va bene Bitcoin ha una percentuale di energie rinnovabili per il mining. Però da sole le energie rinnovabili non bastano. No? Quindi diciamo cosa ne pensi un po’ del nucleare, come lo cataloghi? Tra le energie rinnovabili, non rinnovabili?

 

[00:33:26.900] – Emanuele

No, non penso spetti a me la sua catalogazione, però, secondo me ha le potenzialità per essere catalogata come fonte pulita. Non può essere tra le rinnovabili che effettivamente non è rinnovabile, l’uranio presente in natura, mentre potrebbe essere rinnovabile l’uranio prodotto sinteticamente. Però anche il fatto che non produca scorie, cioè non produca delle emissioni di CO2, lo rende un’energia pulita. Produce poi le scorie che vanno gestite e quindi secondo me tutto il discorso deve concentrarsi su come gestire le scorie e la sua sicurezza. Perché questo è un fattore molto importante. Però con quelle centrali, soprattutto di 4.ª generazione, che sono quelle di ultima generazione, si pongono come molto sicure, estremamente sicure. Sistemi molto ridondanti come per esempio l’Aereonautica, e anche l’aereo, abbiamo paura, molti hanno paura. Anche io quando sono salito la prima volta effettivamente sei sospeso in aria chilometri di distanza da terra, però ci si sale comunque perché si sa che è molto sicuro un sistema molto ridondante e lo stesso per me dovrebbe valere con le centrali nucleari. Sai che effettivamente è molto pericoloso, come è appunto molto pericoloso che un aereo cade giù, si rompe qualcosa e cade, ci si fa male se si rompe qualcosa. Se si rompe qualcosa in una centrale nucleare ci si fa male, ma ci sono anche molti sistemi ridondanti che possono intervenire prima di farsi male.

 

[00:35:11.770] – Giulio

Senza ovviamente escludere futuri sviluppi della fusione nucleare.

 

[00:35:16.660] – Emanuele

Sì.

 

[00:35:18.820] – Giulio

Adesso è una fissione, però immagino un futuro a centrali a fusione nucleare con impianti industriali di mining collegati.

 

[00:35:28.240] – Emanuele

Anche lì, potrebbe essere sempre, parlando di un qualcosa di misto, nel senso non parlare di una centrale che sia poi strettamente uso e privilegio di Bitcoin, ma che magari, appunto, serva sia Bitcoin che popolazioni limitrofe. Quindi in questo caso sarebbe una fonte di energia in più che servirebbe sia il network Bitcoin, la rete Bitcoin e tutti i suoi utilizzatori e sia tutte le altre tecnologie come lavatrici e lavastoviglie e lampadine.

 

[00:36:06.610] – Giulio

Bene, bene. Per oggi abbiamo detto molto. Abbiamo un po’ snocciolato. Grazie a tutti quelli che ci hanno ascoltato. Grazie Emanuele per essere stato qui. E perché no? Magari prossimamente ti riospiteremo, parlando di qualche altro argomento sul Bitcoin. Grazie a tutti. Non so se volevi dire qualcosa in chiusura, sennò salutiamo gli spettatori. 

 

[00:36:36.250] – Emanuele

No no, tutto a posto. Forse un qualcosa vorrei aggiungere il Daniel Batter che citavo prima. Volevo semplicemente dire che mi ha colpito un articolo che ho letto su Bitcoin Magazine, cioè effettivamente leggendo una testata molto a supporto di Bitcoin, mi aspettavo che lui fosse a supporto di Bitcoin. Mi è piaciuta la sua onestà intellettuale, visto che lui diceva che ha sempre lavorato nel campo delle risorse climatiche, quindi sul clima, l’estrazione di energia e la sostenibilità, questo settore qui, e ha seguito per molto tempo Greenpeace. Greenpeace a un certo punto gli ha detto no, Bitcoin non è buono, come dicono altre fondazioni, come la stessa Wikipedia. E poi lui ha fatto le sue ricerche e invece è diventato un sostenitore di Bitcoin e appunto cerca di diffondere le sue informazioni e la sua opinione sul fatto che Bitcoin in realtà sia buono per l’ambiente è uno strumento in più per la transizione ecologica.

 

[00:37:43.020] – Giulio

E poi non dimentichiamo che le lucine di Natale che ci sono negli Stati Uniti d’America consumano più energia dell’intero network di Bitcoin. Il sistema bancario tradizionale, che consuma di gran lunga più energia di Bitcoin, quindi, cosa tagliamo prima? C’è una lunga lista.

 

[00:38:04.020] – Emanuele

Sì, c’è stato anche uno studio informale, non proprio accademico, per quello non molto riconosciuto, ma uno studio approfondito che valuta il sistema tradizionale molto più energivoro di Bitcoin. Perché il Bitcoin è anche molto efficiente, cioè nelle sue transazioni viene scritto veramente il minimo indispensabile, la sua struttura è distribuita. Quindi anche un sistema molto efficiente dal punto di vista della trasmissione dei dati e in questo caso potrebbe appunto prendere sempre più piede il suo utilizzo. Anche per questo motivo.

 

[00:38:49.030] – Giulio

Perfetto grazie a tutti grazie a Emanuele Magrini, autore della newsletter Bitcoin Face seguito su LinkedIn. Ciao a tutti e al prossimo episodio di Bitcoin Detox. Ciao.